Linderhof e la Romantische strasse

Le spiagge di Ibiza sono ormai lontane ed abbiamo deciso di ripartire per qualche altro giorno di vacanza, per una metà decisamente diversa: la Romantische strasse.
Avendo solo pochi giorni a disposizione, abbiamo rivisitato un po’ il perrcorso, scegliendo solo posti piccoli visitabile velocemente, perché prima o poi torneremo con più calma per fare l’intera strada, da Fussen a sud, a Würzburg a nord.

Queste sono le tappe che abbiamo fatto in questi due giorni:
Linderhof: l’unico dei tre castelli fatti costruite da Ludwig II che é stato completato. Ad onor del vero, si tratta più di un palazzo – non per questo meno fastoso ed opulento, incastonato in un bellissimo parco, all’interno del quale ha fatto costruire inoltre la grotta di Venere, il chiosco moresco e la casa marocchina. La visita al solo palazzo (solo guidata, anche in italiano) dura 30 minuti circa. Anche la grotta di Venere é visitabile. Il biglietto costa 7.50€/adulto. Preparatevi a fare la fila per acquistare il biglietto. Le visite invece sono scaglionate e divise per lingue. Per ingannare l’attesa alla biglietteria potete mangiare un ottimo bretzel che si acquista nel negozio a fianco

Rottenbuch: minuscolo paese, ma con una chiesa deliziosa che merita una visita. É l’abbazia dei canonici agostiniani, inizialmente romanica, fino all’ultima trasformazione gotica. Molto luminosa
Schongau: altra piccola perla. Paese a misura d’uomo, con una piazza molto carina, teatro degli scambi commerciali fra Schongau e l’Italia nei tempi che furono

Landberg am Lech: cittadina in stile rococò con alcune fortificazioni e torri medievali. Adagiata sul fiume Lech, ci si può godere un po’ di pace passeggiando per il lungofiume, rimirando la cascata o rilassandosi in uno dei numerosi locali che costeggiano la riva. Noi abbiamo iniziato la visita dalla parte più alta della città: la chiesa della Heilig Kreuz. Siamo quindi scesi fino a tornare alla piazza e abbiamo girovagato per i vicoli dietro la piazza. Una tappa qui é assolutamente d’obbligo

Hotel Kloster Holzen: questo hotel si trova vicino alla prima tappa del secondo giorno. É ospitato all’interno di un convento, dove ancora vivono cinque suore. Le camere sono arredate in stile moderno e funzionale. Il letto é comodissimo. Pulizia ottima. Doccia e wc separati. Colazione abbondante
Donauworth: piccola cittadina sul Danubio. Originariamente gli abitanti erano una comunità di pescatori insediati su un’isola del fiume. Ora é possibile visitare la strada principale fiancheggiata da case in stile svevo-baveresi, molto colorate, fino ad arrivare alla chiesa barocca della Heilig Kreuz. Scendendo vi consiglio di fare un giorno per le vie dell’isola e quindi due passi sul lungofiume

Harburg: siamo saliti direttamente sulla sommità della collina, dove si trova il Burg, fortezza edificata fra l’XI e il XII secolo. É visitabile solo attraverso visita guidata in tedesco e si possono vedere la chiesa di San Michele, il cammino di ronda, le torri, la prigione, la sala di giustizia ed il palazzo della principessa. La visita dura un’ora circa e costa 5€

Nordlingen: splendida cittadina, a pianta circolare, ancora circondata dalla cinta muraria intervallata dalle 15 torri. Potete seguire i cartelli per il giro storico di Nordlingen o recarvi all’ufficio informazioni turistiche e richiedere una piantina della città con indicati i luoghi di interesse. Se volete fare tutto il percorso ed il giro delle mura, mettete in conto almeno una mezza giornata.

Questo é il nostro assaggio di Romantische strasse, ma prima di tornare in Italia, rimane un’altra tappa obbligata : Monaco.

We love Ibiza!!!

Ibiza is still on my mind
Different places every day
Every time a different way

Arriva tempo di vacanza e la domanda è: Quest’estate dove vai? E alla risposta “Ibiza”, le persone che non sono mai state su questa stupenda isola se ne uscivano con “Ma cosa ci vai a fare a Ibiza?”. Perché quando si pensa ad Ibiza – od almeno il mio immaginario era questo prima di partire – il pensiero va alle discoteche, i vizi e gli stravizi. Ma Ibiza è molto, molto di più. E’ natura, cultura, spiagge naturali con acque turchesi, libertà: Ibiza è uno state of mind!

E per vivere al meglio questa stupenda isola – che vi assicuro è veramente per tutti, è assolutamente necessario scegliere con cura la località in cui soggiornare. Se la scelta sarà azzeccata, non potrete che rimanere rapiti da quest’isola e sentirne la mancanza già dopo poche ore averla lasciata.

Ecco perché dovreste scegliere/non scegliere di soggiornare a Cala San Vicente!
Cala San Vicente si trova nella parte nord est di Ibiza, a 30 km da Eivissa (40 minuti di tragitto in assenza di traffico) e a 40 km circa dall’aeroporto. Per arrivare a Cala San Vicente le strade sono strette e tortuose – comunque percorribili da un autobus – ma il lungo viaggio è poi ricompensato dalla vista: le rocce a picco sul mare si perdono nelle acque turchesi che digradano verso il blu notte.
La spiaggia è lunga circa 400 mt e larga 30 mt. Questo fa si che, anche nei periodi più affollati, ci sia comunque spazio per tutti. E’ attrezzata con lettini ed ombrelloni a pagamento (5€ al pezzo), ma la maggior parte è occupata da teli e ombrelloni di ogni foggia e colore – questi ultimi hanno la possibilità di mettersi anche in riva al mare, mentre i lettini sono confinati alla parte alta della spiaggia.
La sabbia è dorata e l’acqua cristallina. Le rocce rosa e le montagne che circondano questa caletta completano il panorama.
Il mare a volte può essere mosso – questa parte dell’isola è sempre ventilata e l’ingresso può essere difficoltoso per chi ha bambini o non sa nuotare. La situazione però è migliore se si entra in acqua sui lati estremi della spiaggia.
La spiaggia è inoltre attrezzata per affittare attrezzature per gli sport acquatici.

E’ una spiaggia animata di giorno – non ci sono locali che suonano direttamente sulla spiaggia, ma alla sera regna la pace più assoluta. A parte alcuni hotel, un paio di ristoranti ed un bar ristorante – On the beach – non c’è nulla!

Noi abbiamo soggiornato al Veraclub Ibiza, hotel solo con clientela proveniente dall’Italia. Non è un vero e proprio villaggio: è un hotel che offre servizio di pensione completa e animazione a cura di Veratour. L’hotel è un classico hotel di mare, con camere rimodernate nel 2012, in stile moderno ed essenziale. Sono camere lunghe ed un po’ strette, ma sempre pulite ed anche il bagno è sufficientemente grande. Forse gli spazi diventano un po’ ristretti se la stanza è occupata da 3 o 4 persone. La formula club prevede colazione, pranzo e cena con servizio a buffet e bevande illimitate alla spina. Il buffet è molto vasto e prevede sempre verdure, insalate miste, contorni, carne e pesce alla piastra, pasta e riso con diversi sughi, dolci e frutta. Il ristorante in certi momenti può essere congestionato, ma penso che non si dovrebbe mai dimenticare il fatto che si è in vacanza e non alla mensa con la fretta di tornare al lavoro in tempo.
Tutte le consumazioni al di fuori dei pasti sono a pagamento e vanno saldate al momento ed in contanti. Stessa cosa vale per le escursioni che vanno saldate solo ed esclusivamente in contanti. Per la cassaforte è previsto di un contributo di 1,50€ al giorno (stessa cosa l’anno scorso a Formentera, probabilmente è un’abitudine della ricettività spagnola) ed una cauzione di 5€ che viene restituita a fine vacanza. Anche i teli mare vengono forniti su cauzione a 10€ a telo e può essere richiesto il cambio telo presso la reception il martedì, giovedì e sabato. Unica eccezione è per il noleggio auto che accetta pagamenti con bancomat/carta di credito.
Se prevedete pertanto spese extra, è bene partire già da casa con sufficiente contante, in quanto nella zona di San Vicente non ci sono bancomat ed il più vicino è a 8 km.
Al di fuori dell’hotel ci sono anche un paio di piccoli supermarket nei quali poter fare acquisti di ogni genere, sia alimentari che articoli per la spiaggia.

L’animazione fa la differenza in questo luogo. Noi non amiamo molto l’animazione “aggressiva” ed insistente, che ti forza a fare qualsiasi tipo di attività. Gli animatori Veraclub hanno un buon approccio: ti invitano alle varie attività, ma senza essere inopportuni od invadenti. Il plus in più è il miniclub, diviso per fasce d’età che garantisce divertimento ai più piccoli e relax agli adulti.

Un fiore all’occhiello a San Vicente è il ristorante/bar On the beach. L’atmosfera è perfetta: cordiale, rilassata e molto informale. Il soffitto è decorato con oggetti dimenticati sulla spiaggia. La musica sempre perfetta. Ottimi i cocktail ed anche i piatti sembravano altrettanto buoni. Il luogo ideale per concludere la giornata.

Se tutto ciò vi può piacere, nulla però vieta di spostarvi per esplorare l’isola per poi ritornare in questo angolo di paradiso e pace assoluta.
Data le distanze e le tipologie di strade, sicuramente gli spostamenti sono migliori se fatti in auto, taxi o autobus. C’è chi viaggia anche in scooter.

E queste sono le cose che, a mio avviso, bisognerebbe almeno visitare durante il soggiorno ad Ibiza:

  • Cala Bassa: piccola caletta, situata nella parte ovest dell’isola, nella zona di San Josep. E’ una piscina naturale, con sabbia bianca e acqua trasparente e calda. La spiaggia non è lunghissima – circa 250 metri ed é sempre molto affollata. Come tutte le spiagge spagnole, che sono di proprietà del demanio, parte della spiaggia è attrezzata, il resto è libera. A Cala Bassa c’è il bellissimo CBbC (Cala Bassa beach Club) che offre lettini e 4 ristoranti per tutti i gusti e le tasche, fino ad arrivare all’esclusivo Taittinger lounge. La particolarità di questa spiaggia è la pineta alle sue spalle, dove ci si può rilassare nelle ore più calde – anche questa attrezzata in parte con lettini o ad uso pubblico.
  • Ses salines: è una delle spiagge più famose e frequentate di Ibiza. Decisamente più lunga delle precedenti descritte (1,5 km) è molto affollata e frequentata soprattutto da giovani. Nel pomeriggio infatti le varie discoteche sfilano sulla spiaggia per presentare le serate. Uno spettacolo unico e curioso. Inoltre sulla spiaggia ci sono diversi chiringuitos che offrono servizi di ristorazione, bar e musica dal vivo. Il consiglio è quello – se volete prendere il sole ascoltando un po’ di musica, di stendere il vostro telo vicino ad uno di questi bar
  • Dalt Villa: è la parte vecchia di Eivissa. E’ impossibile non vederla passando per Eivissa, o prendendo il traghetto per Formentera. E’ una città fortificata, circondata da 7 bastioni eretti a protezione della città. La scalata alla città vecchia è abbastanza impegnativa, l’ideale sarebbe arrivare fino in alto con i mezzi pubblici o un taxi e poi scendere a piedi, perdendosi fra i vari vicoli della città. Inutile dire che il panorama che si gode dalla città alta lascia senza fiato. C’è un progetto che prevede la ristrutturazione di un’edificio e farlo diventare “particular”, ovvero edificio storico adibito ad albergo, con l’intento di differenziare ed aumentare anche l’affluenza turistica a Dalt Villa. La discesa può essere altrettanto impegnativa, perché le pietre che lastricano le viuzze sono alquanto lisce e scivolose. I tacchi non sono pertanto indicati per una visita a Dalt Villa 😉
  • Sa Marina: è la parte della movida di Eivissa, piena di ristoranti, bar, club e negozietti. Anche Sa Marina è un ambiente veramente per tutti: giovani, giovanissimi, famiglie con bambini, coppie e diversamente giovani 😉 Si può fare shopping, semplicemente girare per i vicoli di Sa Marina, cenare o bere qualcosa. A questo proposito, uno dei miei locali preferiti è Swami, un piccolo club che fa ottimi cocktail in un’ambientazione spettacolare, molto informale e con ottima musica.

Anche Ibiza ci è rimasta nel cuore ed il desiderio è quello di tornarci quanto prima!

Hasta pronto!

New York: le foto del viaggio

È un mito, la città: le stanze e le finestre, le strade che eruttano vapore:
per ciascuno, per chiunque, un mito diverso, la testa di un idolo con occhi
di semaforo che ammiccano un tenero verde, un cinico rosso.
Questa isola, galleggiante su acqua di fiume come un iceberg di diamante,
chiamatela New York, chiamatela come vi pare: il nome non importa poiché,
arrivando dalla maggiore realtà dell’altrove, uno va alla ricerca soltanto di una città,
di un posto dove nascondersi, dove smarrire o scoprire se stesso,
per fabbricare un sogno all’interno del quale dimostrare che, dopo tutto,
non sei il brutto anatroccolo, ma un essere meraviglioso e degno di essere amato.

Truman Capote

New York è un ricordo ormai. Ma restano i ricordi attraverso le nostre foto!

Buon viaggio

Park slope, Brooklyn bridge, Roosvelt island

Considerato uno dei migliori quartieri in cui vivere a NY, Park Slope é decisamente un quartiere a misura d’uomo, a soli 20 minuti di treno da Penn Station.
Brownstones bellissimi, avenues piene di ristoranti e negozi, tutti carini e singolari. Se avete voglia di qualcosa d’italiano, l’albero dei gelati é sicuramente da visitare. Panini deliziosi, con materie prime ottime ed alcune slow food.
Ad un paio di fermate di subway si scende all’inizio del ponte di Brooklyn, in direzione Manhattan. Il consiglio é di farlo a piedi (1,8km circa) per godere una splendida vista sullo skyline e su uptown.
Se siete fortunati, al termine del ponte, di fronte al City Hall, potreste incappare in uno spettacolo di strada!
Per completare la giornata abbiamo preso la funicolare per Roosvelt Island, un’isola fra Manhattan ed il Queens, dalla quale si possono fotografare panorami stupendi.
See u later
>

20140321-092854.jpg

Chinatown, Little Italy, Soho, Noho, Nolita, Flatiron and a cosmo…

Siamo tornati sui nostri passi: Chinatown. Questa volta però, invece di partire da Canal street, cuore pulsante di Chinatown, siamo partiti da un’area più “periferica”, nella quale abbiamo trovato perfino una sinagoga fra i vari negozi cinesi.
É un’esperienza che ci sorprende sempre: a distanza di poche strade NY cambia ancora faccia e dovendolo affermare non saresti in grado di dire se sei a NY o in Cina.
Ci siamo diretti verso il Mahayana Buddhist temple, un tempio all’interno del quale ci sono diversi Buddha – come é ovvio che sia – ma il principale é davvero enorme e infonde una pace e tranquillità enormi. Da non dimenticare di toccare la pancia ai Buddha in entrata per un po’ di fortuna.
Una capatina per vedere la statua di Confucio e poi abbiamo girovagato fra le varie vie di Chinatown fino ad arrivare all’incrocio fra Canal street e Mulberry street, sede storica di Little Italy, ormai inglobata in Chinatown.
Su Mulberry street sono rimasti solo ristoranti italiani. Il proposito per il prossimo viaggio a NY é quello di provarne uno.
Da Mulberry street ci siamo fatti inghiottire da Soho, abbiamo girovagato senza meta, ammaliati dalla bellezza di questo quartiere. Se dovessi/ potessi trasferirmi a NY, questo é il quartiere che sceglierei. In assoluto il mio preferito!
E per pranzo siamo stati al Ed lobster bar: il bar é veramente molto carino, con piccoli tavolini o la possibilità di mangiare al banco. Noi abbiamo preso il lobster roll: aragosta fresca leggermente aromatizzata con erba cipollina, servita su un panino al burro finemente tostato ed accompagnato da insalata o patate fritte. Un’esperienza divina!!! A NY ci sono diversi posti d
La nostra passeggiata é proseguita fino ad Union Square ed al Flatiron.
Per concludere al meglio la giornata, siamo stati al Latitude bar grill, tipico bar americano, con anche possibilità di cenare, con happy hour fino alle 8.
Ovviamente il drink consigliato é il Cosmopolitan, come nella migliore tradizione di sex and the city.
See u later

Saint Patrick’s parade, Meatpacking, The High line, Chelsea market

Il 17 marzo, festa di Sant Patrizio, a NY c’è una gran parata lungo la quinta. L’evento ha un gran rilievo e richiama tantissima gente: i negozi vengono magliette verde e gadget in ogni dove, l’empire é clorato di verde, ma il 17 si vedono per le strade di NY clan di suonatori di cornamusa in kilt e diversi gruppi dell’esercito pronti a sfilare, insieme a rappresentanti dei vari paesi e le scuole.
Il numero di gente presente é immane, riuscire ad assistere alla parata é quasi impossibile. Il consiglio é quello di portarsi sulle strade più alte (la parata quest’anno andava dalla 44th alla 86th) dove i turisti possono essere meno… Ma può essere un vano tentativo.
L’orgoglio di appartenere ad un popolo, ad un corpo militare, ad una scuola che abbiamo visto ieri é invidiabile. L’attaccamento alla nazione é un sentimento che abbiamo perso. Da tempo. E che riscopriamo solo ogni 4 anni, in occasione dei mondiali…
La parata dura quasi un paio d’ore – o meglio se ci si mette in un punto e si guarda tutta la parata – ma le temperature rigide di ieri ed il vento dopo un’ora abbondante ci hanno fatto desistere.
Abbiamo proseguito il nostro itinerario verso Meatpacking, quartiere di macellai ora riconvertito in quartiere alla moda, pieno di ristoranti e club super trendy.
Da qui parte (o anche arriva, dipende da come la si interpreta) la High line: é il primo parco sopraelevato di NY che sfrutta i vecchi binari della ferrovia. É stato riconvertito in parco, con tanto di installazioni di arte moderna e da cui si possono vedere i tipici brownstones (palazzi di mattoni scuri). La bellezza del luogo é che nonostante stiano comparendo diversi edifici moderni e dalle forme più strane, questo quartiere mantiene comunque intatto il suo gusto originale.
Ma la parte che più ci é piaciuta é il Chelsea market: un gigantesco mercato al coperto, largo e lungo un blocco, all’interno della vecchia fabbrica di biscotti National Biscuit Company dove sono nati gli Oreo.
Il recupero di questa fabbrica é stato molto intelligente: hanno recuperato a pieno la struttura, rispettandone la natura, creando un luogo trendy ed incantato, dove si possono trovare i cibi da ogni parte del mondo!
Proseguendo sulla High line abbiamo completato il percorso fino alla 30th ed abbiamo girovagato per Chelsea.
Su consiglio di un italiano che vive a NY, abbiamo deciso di cenare in un nuovo ristorante italiano, dove fanno un’ottima pizza: Pizzarte.
Il locale é accogliente, arredato in stile moderno, servizio molto curato. La pizza é molto buona, ingredienti di qualità (il pomodoro é vero pomodoro e non ketchup e la mozzarella non é formaggio a fette), sottile ma con la crosta alta e morbida. Prezzi nella media. Consigliato.
See u later

Harlem, Central Park, Broadway e Times Square

Tornare a NY – come in ogni altro posto visitato in precedenza, ti da la possibilità di visitare posti che, per ragioni di tempo, le volte precedenti avevi tralasciato.

Questa mattina abbiamo iniziato con Harlem: abbiamo raggiunto la 125th con la metro ed abbiamo iniziato a girare per il quartiere, senza una meta precisa, se non quella di arrivare fino al famoso Apollo Theatre. I palazzi sono bellissimi: tipici brownstones con le scale antincendio, bancarelle improvvisate per la strada, negozi di importazione di materiale africano e negozi con nike esclusive. Girando su St. Nicholas Avenue siamo arrivati alla FCBC (Chiesa Battista, la prima ad Harlem) ed abbiamo partecipato al Service. Noi non avevamo prenotato, abbiamo chiesto se era possibile partecipare e, dopo pochi minuti di attesa, ci hanno fatto sedere ed assistere al sermone ed al resto della funzione. L’energia che si respira è davvero tanta. E’ sicuramente un’esperienza che va vissuta se avete un po’ di tempo a disposizione.

Abbiamo attraversato il morningside park per arrivare alla Columbia University. Peccato esserci arrivati di domenica, perché sicuramente con gli studenti nel campus avrebbe assunto un’aurea diversa.

Girando sulla Broadway – siamo incappati, per caso, in un mercato biologico nel quale abbiamo preso un pezzo di focaccia davvero delizioso – ci siamo diretti verso la Saint John The Divine Cathedral. Sulla strada siamo anche incappati sul set di un film mentre giravano una scena.

Abbiamo percorso un pezzo di Central Park, da nord verso sud. Per chi dovesse scegliere, sicuramente la parte a sud è sicuramente la più carina – almeno a mio parere.

Siamo arrivati sulla 5th avenue e non potevano mancare una capatina al apple store e Fao schwarz. A nostra discolpa potremmo aggiungere che le temperature oggi erano parecchio rigide. Quando poi il vento soffia il freddo si fa ancora più pungente.

Abbiamo completato la giornata ripartendo da Columbus Circle (59th con l’8 avenue) per poi arrivare sulla Broadway fino a Times Square.

Times Square è sempre magica!

See u later

Torni a New York? Ma cosa ci vai a fare? Ci sei stata l’anno scorso…

Questa é la reazione delle poche persone che sapevano della nostra partenza e che non sono mai state a New York.
Perché chi a New York c’é stato sa che di New York non ne hai mai abbastanza. Che é sempre uguale ma anche diversa e che ogni volta sa regalarti emozioni nuove. Ed é così che nemmeno 20 giorni fa abbiamo prenotato il volo, l’hotel ed é arrivato il momento di partire. Di tornare in un luogo dove i rumori ed i profumi ti suonano familiari. In un luogo dove ancora non ti capaciti che tutti siano così educati ed accoglienti, quasi fossimo in Romagna.
E poi arrivi di sera, con la città illuminata a festa – l’empire state building illuminato di verde per San Patrizio – e rimani, di nuovo, senza fiato.
Ma questa volta conosci i nomi delle strade, ti sai orientare e riconosci luoghi noti ed altri che l’anno prima non c’erano.
Comincia quindi una nuova avventura a New York!
See u soon